Ciò che resta
gennaio 2017
Quale spazio, quale rapporto abbiamo con gli eventi della storia?
Olocausto, Shoah, Lager, sterminio, ma possiamo dire stermini, quelli passati e quelli presenti.
La memoria, quella entità fragile, labile, si confronta quotidianamente con rimozioni, silenzi. Quale spazio darle dentro di noi?
Difficile convivenza, camminarci insieme quotidianamente….
Meglio celebrarla allora, così semplifichiamo!
Turisti dei Lager, selfie davanti all’entrata/“ARBEIT MACHT FREI”
AUSCHWITZ/parla al nostro presente, dopo Auschwitz “che resta?”
È come disse Adorno “il fallimento della cultura, il fatto che potesse succedere in mezzo a tutta la tradizione della filosofia, dell’arte e delle scienze illuministiche, dice molto di più che essa, lo spirito, non sia riuscito a modificare gli uomini.
In quelle regioni stesse con la loro pretesa enfatica di autarchia, sta di casa la non verità”.
I luoghi della storia e della memoria, non chiedono turismo, neutralità, consumismo.
Chiedono consapevolezza, coscienza, chiedono silenzio e la forza del pensiero.
Non intendo giudicare, ma vorrei capire.
Noi contemporanei siamo nella storia, è da li che veniamo, e di quella parte di storia cosa “resta”?.
Con il mio lavoro ho tentato di costruire “segni” che intendono parlare al presente, ma la domanda che ancora prevale è, “come è potuto accadere?” e aggiungo… e oggi ancora accade.
Non si tratta di monumenti, di lapidi, o altre ritualità cieche e sorde…
“la relazione si pone nei termini di una rielaborazione culturale composita, sospesa tra immagini e immaginazione, tra raffigurazioni iconiche ed espressioni artistiche, dove le tragedie del passato vengono fatte oggetto di un ricordo, in assenza della concreta esperienza dei fatti materiali”.
Primo Levi afferma “l’esperienza di Auschwitz è stata tale per me da spazzare qualsiasi resto di educazione religiosa.
C’è Auschwitz, quindi non può esserci Dio”.
Lo spazio della Fornace conserva tracce di un passato, mostra la sua “memoria” nonostante tutto, è “ciò che resta” e insiste nel suo porci domande.
E’ una materia viva che a noi contemporanei si rivolge.
Ricordare e produrre…/Producere che nel suo significato etimologico sta per “PORTARE ALLA LUCE”.
Anche la memoria si avvale di questo.
Isanna Generali/novembre 2017